I dipinti ad olio della Chiesa

Data di pubblicazione:
09 Gennaio 2023

DIPINTO AD OLIO SOPRA L’EN­TRATA

Crocfisso con la Madonna, Maria Mad­dalena, S.Giovanni e le anime salvate dal Purgatorio

L’ultima pala, che troneggia sulla parete di controfacciata proprio al di sopra della por­ta della Chiesa, non è mai stata restaurata ed è quindi di difficilissima lettura. Lo sta­to della tela non è tale da poter asseverare attribuzioni perentorie, ma alcune caratte­ristiche potrebbero far pensare al Voltolini e al suo ambiente, mentre alcuni volti più leggibili (come quelli delle anime del Pur­gatorio) lasciano presupporre l’opera di un maestro più sicuro e disinvolto, quale po­trebbe essere Sante Cattaneo, artista salo­diano che si colloca tra il Barocchetto e il Neoclassico.

LE PALE D’ALTARE

Ringraziamento alla Madonna del Ro­sario per la Vittoria contro i Turchi a Lepanto

La tela, collocata sopra l’altare della Cap­pella cinquecentesca del Santissimo Sacra­mento, è stata attribuita a Francesco Giu­gno, artista bresciano vissuto tra il 1574 e il 1621. La raffigurazione vuol essere una sorta di ringraziamento per la vittoria del contin­gente cristiano (composto da Spagna, Stato Pontificio e Venezia, con l’aiuto del Duca­to Sabaudo e della Repubblica di Genova) che, nel 1571, sconfisse a Lepanto un’armata di 280 navi turche, arrestando così le mire espansionistiche sull’Europa dei Turchi. Al di sotto della Madonna con Bambino sono riconoscibili 6 figure attinenti ai protago­nisti della battaglia: da sinistra San Carlo, il Re di Spagna Filippo II, il Papa Pio V, il comandante delle truppe Don Giovanni d’Austria, il Doge Sebastiano Venier e, ulti­mo a destra, il cardinal Benelli. La pala deve collocarsi giocoforza tra il 1610 e il 1620, dal momento che San Carlo fu canonizzato nel 1611.

Il Padreterno con S. Andrea, S. Carlo Borromeo, S. Agostino, S. Orsola e S. Antonio Abate

La pala, posta nella cappella in capo alla navata sinistra, è stata attribuita in base a considerazioni stilistiche, ad Antonio Gan­dino, artista bresciano vissuto tra il 1565 e il 1630. È caratterizzata da una composizio­ne ritmata da un fitto gioco di sguardi: S. Andrea volge lo sguardo verso l’osservato­re, S. Carlo fissa negli occhi S. Agostino, S. Orsola guarda nella direzione di S. Antonio Abate il quale, a sua volta, alza gli occhi ver­so il Padreterno. Il gesto di Dio, che allarga le braccia, può essere interpretato sia come un abbraccio a tutti i suoi Santi, sia come un’indicazione ai due edifici che stanno alla sua destra e alla sua sinistra. L’opera è databile dopo il 1611, data di canonizzazio­ne di S. Carlo.

La Madonna con Bambino e i Santi Pie­tro e Paolo

Il terzo dipinto campeggia nel presbiterio entro una semplice cornice ed è opera di scuola lombardo-veneta. L’opera potrebbe essere riferibile all’artista Domenico Carpi­noni di Clusone, vissuto tra il 1566 e il 1658, sia per questioni puramente stilistiche, sia sul versante cronologico. L’opera ci è per­venuta, purtroppo, in un notevole stato di degrado che rende complicato ogni tenta­tivo di ulteriori approfondimenti relativi all’attribuzione e all’interpretazione stessa del dipinto.

Crocifisso con la Madonna, Maria Mad­dalena, S.Giovanni e le anime salvate dal Purgatorio

L’ultima pala, che troneggia sulla parete di controfacciata proprio al di sopra della por­ta della Chiesa, non è mai stata restaurata ed è quindi di difficilissima lettura. Lo sta­to della tela non è tale da poter asseverare attribuzioni perentorie, ma alcune caratte­ristiche potrebbero far pensare al Voltolini e al suo ambiente, mentre alcuni volti più leggibili (come quelli delle anime del Pur­gatorio) lasciano presupporre l’opera di un maestro più sicuro e disinvolto, quale po­trebbe essere Sante Cattaneo, artista salo­diano che si colloca tra il Barocchetto e il Neoclassico.

Allegati

Ultimo aggiornamento

Giovedi 19 Gennaio 2023