La Storia

Data di pubblicazione:
31 Agosto 2022

Il complesso monastico di San Pietro in Lamosa (ovvero “Sulle lame”, come vengono chiamati gli specchi d’acqua delle torbiere sottostanti) sorge in un luogo suggestivo e ricco di fascino, in cui storia e leggenda si intrecciano in un racconto che si snoda lungo più di 1000 anni, per consegnare ai nostri giorni una delle testimonianze storiche ed artistiche più significative della nostra Provincia.

Secondo la leggenda, è probabile che prima del V sec. d.C., sul territorio considerato sacro dove poi sorse il Monastero, ci fosse un luogo di culto dedicato a Mitra, dio solare di origine asiatica, venerato inizialmente dai soldati romani che lo fecero conoscere a tutto l’Impero grazie ai loro spostamenti.

Un’altra teoria, legata anche al ritrovamento nel Monastero di un cippo risalente al II sec d.C. raffigurante il Dio Attis (altra divinità oriental-romana, sovente confusa con Mitra stesso), ritiene invece che qui non ci fosse alcun tempio, bensì un’importante tomba romana, dal momento che Attis era considerato un beneaugurante simbolo funerario utilizzato spesso proprio su tombe monumentali.

Attorno al V sec d.C. pare che il vescovo bresciano Virgilio, rifugiatosi a Iseo, diede l’impulso alla nascita delle prime comunità Cristiane della zona, in un clima di scontro con i culti pagani pre-esistenti.

Storicamente, si sa che Iseo divenne effettivamente sede di una delle 55 pievi rurali bresciane esistenti prima dell’anno Mille, e sembra che da essa dipendesse un altare o una cappella in legno proprio a Provaglio, sorti proprio sui resti del precedente tempio o complesso tombale che fosse.

Tra VII e X secolo, poi, Longobardi e Franchi, popolazioni di origine nomade nuove dominatrici della zona, affidarono ai monasteri benedettini locali svariati terreni perché li amministrassero, nell’ambito di un’economia adatta alla sedentarietà cui essi non erano abituati, e la zona di Provaglio divenne così dipendenza dei monasteri di San Salvatore di Leno e di Santa Giulia di Brescia, i quali iniziarono alcune opere di bonifica nella zona, dando così impulso ad agricoltura e commercio.

Infine, per quanto riguarda la storia successiva del Monastero, testimoniata da svariate fonti, è possibile una suddivisione in 3 grandi fasi, di seguito illustrate:

 

1083 - 1535 : MONASTERO CLUNIACENSE

 Attorno all’anno 1000 il terreno su cui sorge il Monastero passa sotto la proprietà di una nobile famiglia di Cremona, i De Ticengo; essi vi fecero erigere una piccola chiesetta privata in pietra per consolidare il proprio prestigio e la propria autorità sul territorio.

Il 6 dicembre 1083 i De Ticengo donarono la loro Chiesa all’Ordine Benedettino di Cluny, che vide in quel periodo il picco del proprio prestigio e della propria espansione in Europa.

Sorse quindi qui un monastero cluniacense, che risulta operante già nel 1095: la comunità era composta da 3 o 4 monaci e un paio di conversi che, oltre a dedicarsi alla preghiera, garantivano ospitalità ad un prete officiante, distribuivano cibo ai poveri e davano accoglienza ai viaggiatori che si muovevano lungo la “strada de Franzacurta” che collegava Brescia con Iseo, sede di un importante mercato.

Tutte queste attività erano sostenute dalle rendite dei terreni di proprietà del monastero, lavorate da contadini liberi che operavano alle dipendenze del Monastero.

Dopo l’insediamento monastico e fino all’inizio del 1400, a sud della Chiesa venne edificato il monastero vero e proprio secondo il classico schema benedettino, con il Chiostro circondato da locali che fungevano da celle per i monaci, da locali per l’accoglienza degli ospiti, da deposito di derrate, refettorio e cucina.

 

1535 - 1791: PARROCCHIALE DI PROVAGLIO, CANONICI REGOLARI DI SAN SALVATORE

Nel 1535 la proprietà del Monastero, come testimoniato dalla lapide tuttora presente nel Chiostro, passò ai Canonici Regolari di San Salvatore, ordine composto da sacerdoti che aveva sede nella Chiesa di San Giovanni di Brescia, di cui il Monastero divenne una dipendenza.

Nello stesso periodo, anche a seguito delle direttive emanate dal Concilio di Trento, il Monastero divenne Parrocchiale di Provaglio, ed ebbero quindi inizio altre modifiche del complesso: a sud del complesso viene edificata la loggetta rinascimentale (tuttora visibile nella parte di proprietà privata del monastero), si procedette con una ristrutturazione del Chiostro, ed in Chiesa venne allungata ed alzata l’abside centrale per dare maggior risalto all’Altare Maggiore.

 

DAL 1791 AD OGGI: PROPRIETA’ PRIVATA, PARROCCHIA E COMUNE DI PROVAGLIO D’ISEO

Nel corso del XVIII secolo, la Repubblica di Venezia, di cui all’epoca faceva parte Brescia, come da prassi consolidata durante il dominio napoleonico, soppresse l’ordine dei Canonici Regolari di San Salvatore e ne requisì i beni, mettendoli all’asta per trasferirne la proprietà a nobili famiglie che potessero apportarvi le modifiche agrarie allora possibili e necessarie.

Il Monastero venne quindi acquistato, tra il 1786 e il 1791, dalla famiglia mantovana dei Bergomi (poi imparentatesi con i Bonini), che ne fecero la propria prestigiosa residenza, aggiungendo al corpo pre-esistente l’ala residenziale a sud-est, tuttora visibile.

Nonostante i nuovi proprietari abbiano fatto di tutto per conservare la funzione parrocchiale del Monastero, alcuni membri della Parrocchia non videro di buon grado questo passaggio di proprietà ed iniziarono così i lavori per erigere la nuova Parrocchiale al centro del paese, completata nel 1817 e divenuta ufficialmente sola ed unica Parrocchia di Provaglio nel 1827.

Il Monastero divenne per tanto proprietà privata fino al 1983, anno in cui la famiglia Bonini donò la Chiesa e l’antistante Cappella Cimiteriale alla Parrocchia di Provaglio che, attraverso l’associazione Amici del Monastero, ha provveduto al restauro strutturale e artistico delle due costruzioni.

Negli anni ‘90, infine, il Comune di Provaglio d’Iseo ha acquistato un’ampia parte del Monastero (composta dal Chiostro e dai locali attigui ad esso, dalla sala della Disciplina e dalle antiche cantine) e, con una preziosa opera di restauro, ha restituito alla fruizione del pubblico un luogo che racchiude in sé e testimonia oltre mille anni di storia, arte, religione e cultura.

 

Bibliografia:

  • Un Monastero da rivivere: Guida al Monastero di San Pietro in Lamosa
  • Storia di un Monastero: San Pietro in Lamosa di Provaglio d’Iseo  di Franco Pagnoni  (Gruppo Editoriale Delfo)

 

Allegati

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Ultimo aggiornamento

Mercoledi 31 Agosto 2022