CHE COS’È LO SFALCIO RIDOTTO?
In diverse città europee e, recentemente, in alcune città italiane come Milano, Bergamo e Padova, si sta scegliendo di cambiare le consuetudini rispetto alla gestione del verde urbano e, più nel dettaglio, quella dei nostri prati modificando il modo con cui utilizziamo il tosaerba.
Con la pratica dello sfalcio ridotto, alcune porzioni dei prati cittadini sono destinate ad essere tagliate con una frequenza ridotta, oppure ad essere tagliate più tardi nella stagione per permettere alle piante di completare il loro ciclo vegetativo. L’obiettivo è quello di permettere alle piante erbacee spontanee di crescere liberamente consentendo loro di fiorire, fruttificare e spargere i loro semi garantendo il mantenimento di una comunità vegetale ricca e variegata.
Da recenti studi si rileva che la riduzione nella frequenza dello sfalcio induce un considerevole aumento nella diversità della comunità vegetale che compone il prato urbano.
Arricchendo la componente vegetale dell’ecosistema prato, lo sfalcio ridotto risulta benefico anche per la biodiversità degli impollinatori rendendo disponibile una maggiore quantità e diversità di risorse floreali utilizzabili come fonte di cibo. Infatti, maggiore è la diversità delle tipologie di fiori presenti maggiore è la varietà di impollinatori che li possono visitare.
Inoltre, uno studio condotto a Manchester nel 2012 ha calcolato che, rispetto all’asfalto , una superficie ricoperta da erba riesce a ridurre la temperatura al suolo di 24°C, mentre l’ombra degli alberi la riduce di 19°C. Un’ombra generata da materiali artificiali, invece, abbassa la temperatura solo di 5-7°C. Anche l’altezza dell’erba gioca un ruolo strategico: rispetto a un suolo in terra battura, l’erba lasciata crescere liberamente abbatte la temperatura anche di 25°C, mentre l’erba tagliata a 10cm dal suolo di 18-20°C.
COMUNE DI PROVAGLIO D’ISEO
Il progetto sperimentale delle aree verdi a sfalcio ridotto consiste nella riduzione dei tagli dell’erba, da sei sfalci l’anno a due, in 4 zone individuate all’interno di parchi e altre aree verdi fruibili.
La riduzione degli sfalci, limitata ad alcune aree specifiche, non compromette l’accessibilità e la fruibilità del parco, soprattutto nelle parti più frequentate: le aree riservate al gioco e le zone dotate di panchine vengono infatti sfalciate come di consueto.
Lo sfalcio ridotto dell’erba nelle aree pubbliche è una pratica di gestione del prato che produce molti benefici; in primo luogo, riducendo la frequenza di taglio si consente alle piante erbacee che compongono il prato di completare il ciclo vegetativo fino alla fioritura e alla produzione di seme, e, come conseguenza, si incrementa il valore eco-sistemico degli spazi verdi cittadini. Ciò aiuta a preservare e favorire la biodiversità in aree urbanizzate e contribuisce a migliorare la permeabilità del suolo, contenere le emissioni di CO2 e contrastare le ‘isole di calore’. Nelle aree verdi a sfalcio ridotto, quindi, ‘erba alta’ non corrisponde a trascuratezza ma ad un ambiente più naturale, spontaneo, sostenibile, utile e anche più piacevole da osservare.
Obiettivi
- Salvaguardare la biodiversità in ambito urbano: l’erba e i fiori selvatici lasciati crescere spontaneamente offrono un habitat più ricco per gli insetti impollinatori, gli uccelli e i piccoli mammiferi.
- Migliorare la qualità del suolo: l’erba alta protegge la superficie del terreno dagli effetti della radiazione solare e delle alte temperature, tutela il suolo dall’erosione superficiale e consente al suolo di conservare più materiale organico, migliorandone la struttura e la fertilità nel tempo.
- Contrastare le isole di calore urbane che sono effetto dei cambiamenti climatici: l’erba più alta contribuisce a mitigare gli effetti delle ondate di calore estivo in quanto trattiene l’umidità e aumenta la evapo-traspirazione e l’ombreggiamento del suolo.
- Ridurre l’impronta ecologica: lo sfalcio ridotto favorisce la disseminazione spontanea, riduce il consumo di carburante per le macchine da taglio, l'acqua per l'irrigazione e l'uso di fertilizzanti, contribuendo quindi a una gestione più sostenibile delle risorse e alla diminuzione dell’impatto ecologico della città.
- Supportare gli ecosistemi urbani: i prati con erba “alta”, in ambienti urbani densi dove gli spazi verdi sono molto frammentati, costituiscono importanti corridoi ecologici che permettono agli animali di spostarsi tra diversi habitat senza essere esposti a pericoli
Dove
In questa fase sperimentale le aree a sfalcio ridotto coprono in totale circa 6.900 metri quadrati, coprendo il 9% del totale dei prati in gestione pubblica e sono zone specificamente individuate all'interno dei seguenti parchi e aree verdi:
- Porzione Parco Via Don Bettoni (Provezze) 380mq
- Area via Stazione Nuova 750mq
- Area via Montale (Fantecolo) 750mq
- Area Via per Iseo - ex SP71 area verde 5.000mq
DOMANDE FREQUENTI
- In che cosa consiste lo sfalcio ridotto?
- Lo sfalcio ridotto è una pratica di gestione del prato che riduce la frequenza di taglio dell’erba perché le piante erbacee che compongono il prato possano completare il loro ciclo vegetativo fino alla fioritura e alla produzione di seme.
- Perché adottare la pratica dello sfalcio ridotto delle aree verdi pubbliche in paese?
- Lo sfalcio ridotto dell’erba nelle aree pubbliche urbane produce molti benefici: incremento della biodiversità e del valore eco-sistemico degli spazi verdi cittadini, incremento della permeabilità del suolo, contenimento delle emissioni di CO2, contrasto alle ‘isole di calore’.
- Le aree gioco all’interno dei parchi sono soggette agli sfalci ridotti?
- No, le aree a sfalcio ridotto sono state individuate attraverso diversi criteri a seconda della loro collocazione, ma sempre in modo da non incidere sulla fruizione del parco per il gioco, il relax o lo sport da parte di adulti e bambini.
- Le aree a sfalcio ridotto favoriscono la proliferazione di zanzare e altri insetti?
- No, l’erba non sfalciata non porta alla proliferazione di zanzare, zecche, mosche e altri insetti. Come spiega l’entomologo Leonardo Forbicioni, vicepresidente della WBA World Biodiversity Association, “se un ambiente ha un tasso di biodiversità basso, come lo hanno le città, ogni ristagno d’acqua, che può essere anche il sottovaso delle piante, è un potenziale luogo dove le zanzare proliferano, perché le loro larve sono acquatiche. In questi ambienti, quando le zanzare crescono, non hanno nessun nemico e crescono indisturbate. Se, invece, creiamo zone a sfalcio ridotto, con un ambiente biodiversificato, diamo casa a un maggior numero di specie viventi, comprese le antagoniste a quelle a noi ‘scomode’, in grado di ridurre la loro presenza”. Quindi “un basso tasso di biodiversità comporta una maggiore presenza di specie animali che danno fastidio all’uomo, che sono generalmente specie che si adattano alla vita anche in condizioni estreme, come appunto le mosche e le zanzare […] In un ambiente più diversificato dal punto di vista vegetale, invece, si offre una casa a tutte quelle specie, sia animali, sia fungine, sia vegetali, che da quella diversità dipendono. Tra cui anche predatori potenziali di certe specie a noi antipatiche”.
- Quanto dura la sperimentazione delle aree a sfalcio ridotto?
- Il progetto sperimentale delle aree verdi a sfalcio ridotto comincia nella primavera 2025 e termina nella primavera 2026. Al termine si valuteranno i risultati per decidere se confermare ed eventualmente estendere la pratica ad altri parchi e aree verdi di Provaglio d’Iseo.
- Cosa si farà degli eventuali risparmi per la riduzione degli sfalci?
- Il progetto "aree a sfalcio ridotto" ha una finalità ambientale e non di riduzione degli investimenti. L'Amministrazione ha infatti deciso di investire gli eventuali risparmi sempre nella cura del verde.